Un giorno, durante un viaggio, ne assaggiarono pezzo e capirono quanto fosse buono, così decisero di imparare l'arte del panificatore e rendere disponibile nel loro paese questo cibo delizioso.
Dopo qualche tempo, passato da garzoni, tornarono al paese per aprire un loro forno.
Richiesero un prestito al direttore della banca che si mostrò interessato al progetto, ma propose loro di aprirne due anziché uno in modo da evitare un regime di monopolio (non accettabile per la legge) ed erogare un servizio migliore.
Ne discussero e convennero che sarebbe stata una buon'idea.
Nel paese vi era una via principale che lo attraversava per la sua lunghezza così decisero cha la giusta ubicazione delle botteghe sarebbe stata ad un quarto di strada da ognuna delle due estremità.
In questo modo, infatti, ogni persona avrebbe dovuto percorrere, al massimo, un quarto di via per recarsi al panificio più vicino.
All'inizio la richiesta di pane era maggiore di quanto ne potevano produrre e i due amici cercavano di aiutarsi a vicenda, poi, avviata l'attività, uno decise di ricorrere all'aiuto di un garzone e fu presto imitato dal secondo, poi i garzoni salirono a due per bottega e poi a tre.
A quel punto le botteghe sfornavano pane in eccesso.
Allora uno dei due amici pensò (anche grazie ai consigli del direttore della banca che si offrì di finanziare l'operazione) che trasferendo il negozio più verso il centro della via le persone che vivevano a metà strada avrebbero trovato più comodo acquistare da lui.
Sapeva che quelle dalla sua parte avrebbero dovuto adattarsi al cambiamento, ma lo avrebbero, in ogni modo, trovato vantaggioso rispetto a quello più lontano.
Sapeva anche che avrebbe avuto delle spese per farlo, ma grazie all'incremento di vendite, le avrebbe ammortizzate in breve tempo, ripagando, così, i debiti.
L'amico (anch'esso incoraggiato dal medesimo banchiere), capendo la situazione, per non perdere clienti, ricorse al medesimo espediente e si spostò maggiormente verso al centro della via.
Ovviamente il primo non ebbe il risultato desiderato e fu costretto ad un nuovo trasferimento per non trovarsi in una situazione di svantaggio.
Seguendo questa logica, presto entrambi aprirono le botteghe, affiancate, a metà della via a discapito delle persone che vivevano agli estremi che ora dovevano percorre metà del paese (il doppio rispetto all'inizio) e con poco vantaggio per chi si trovava al centro a cui due panetterie davano le stesse comodità di una sola, ma occupando più spazio.
A questo punto per contendersi i clienti furono costretti ad abbassare i prezzi così, anziché essere ripagati i debiti aumentarono giorno dopo giorno.
Per fare fronte alle spese furono costretti a ricorrere a vari trucchi del mestiere come cuocere di meno il pane in modo che conservasse più acqua (cosa poco salutare) e quindi avesse un peso superiore o ad utilizzare grano di peggiore qualità (cosa poco gradevole).
Ma ogni trucco adottato presto veniva scoperto dal rivale che lo imitava apportando a sua volta dei "miglioramenti" e alla lunga il consumo di pane, analogamente alla sua qualità, diminuì.
I debiti nel frattempo aumentavano e con loro gli interessi; cosi cominciarono a farsi la guerra, dapprima con metodi leciti anche se sleali (come rubarsi il personale facendo offerte migliori o aggiudicarsi tutta la farina sul mercato a costo di indebitarsi maggiormente), poi ricorrendo anche a sabotaggi sempre più complessi operati da parte di specialisti assoldati a sempre più caro prezzo.
Queste operazioni erano sempre finanziate dalla banca compiacente con entrambi.
Ne conseguì che il prezzo del pane aumentò contrariamente alla sua qualità.
Qualcuno nel frattempo imparò a fare il pane e cercò di fornire un servizio valido ai cittadini ma i panettieri, ormai esperti di concorrenza sleale, avvalendosi dell'aiuto del banchiere e dei sabotatori (ormai fissi sui loro libri paga) li facevano fallire in breve tempo per evitare nuova concorrenza.
I debiti dei panettieri erano giunti al punto di non permettere di pagare nemmeno gli interessi.
Fu così che il banchiere li richiamò entrambi e (in separata sede) face notare loro che le cose, come stavano, non andavano bene e che era molto preoccupato per il fatto che presto non sarebbero riusciti a fare fronte ai debiti contratti. Si disse costretto ad assumere il controllo della situazione, ed impose loro metodologie, fornitori e politiche dei prezzi assumendo, di fatto, il controllo totale d'entrambe le attività.
I due amici si accorsero di essere stati raggirati, ma sapevano anche di non avere nulla di concreto per accusare il banchiere (che non violava, non possedendo ufficialmente le attività, nemmeno la legge sul monopolio).
Di contro loro erano ricattabili dal banchiere in quanto informato degli illeciti fatti in precedenza per combattersi. Anche l'astio che si era creato tra i due non avrebbe favorito una alleanza contro l'usurpatore.
Fu così che il banchiere assunse il monopolio del pane senza doversi nemmeno infarinare le mani ne dover rendere conto del costo e delle qualità del servizio agli utenti finali.
C'era una volta una coppia di amici che vivevano entrambi in un paese in cui non si sapeva cosa fosse la democrazia e che, su consiglio di un banchiere, crearono due partiti schierandone uno moderatamente a destra e l'altro moderatamente a sinistra…

5 commenti:
Chiamala concorrenza sleale, chiamala come vuoi ma oggi, nella vita se ne vedono di tutti i colori. . . La banca di certo avrà le sue responsabilità ma l'onesta resta pur sempre una qualità che non si impara come fare il pane e spesso si cerca di insegnarla senza risultati, avere di straffotenza piuttosto che ottenere con sforzi è quello che la maggior parte sa fare, che recepisce dal mondo in cui viviamo, da quello che che ci viene messo davanti. . . io ci credo nell'amicizia e tu?
Ciao anonimo,
In realtà volevo parlare di politica non di amicizia. Capire perche ci sono due partiti di CENTRO sx/dx che si contendono il potere ed alla fine fanno sempre le stesse cose (quelle che avvantaggiano chi ha il potere economico).
Quanto alla tua domanda: credo nell'amicizia di amici veri ma penso anche che sia un tesoro molto raro.
...molto molto bella mato....
come al solito mi fai comprendere delle cose con una semplicità tale da arrivare in modo immediato, diretto... e fai riflettere... Baci, Sally
Ciao Mato,
sono rimasto colpito dalla favola dei Panettieri...sono della tua stessa tesi: che alla fine chi ci governa fa il gioco di chi detiene il potere economico. Tali centri di potere risultano quasi sempre piuttosto 'occulti', manovratori dietro le quinte di una scena che ci viene presentata in maniera distorta. Tale opera di dis-informazione riveste perciò una particolare importanza.
è bello rileggere il Mato di sempre... sognatore e disincantato, realistico e dai toni pacati, il Mato che ti fa riflettere, che ha ben chiari i concetti e ti prende per mano.
Quell'amico sensibile che non sarà mai per me un mago Baol...
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