9 dicembre 2008

Natale!

Questa volta mi rifiuto: il Natale non lo festeggio.
Non per un fatto religioso o politico ma solo per coerenza.
Non ci trovo nulla da festeggiare, trovo ipocrita questo “buonismo”, non si può essere buoni una volta e poi “normali” per il resto dell'anno.
La bontà non è una qualità che si può accendere e spegnere a volontà come le luminarie natalizie: una persona e d’animo buono o non le è.
Quello che ci fa sentire bene (che noi scambiamo per l’essere buoni) è solo una distensione dell’aggressività quotidiana, una tregua concordata col nostro odiato antagonista (il prossimo) dal quale presupponiamo di ricevere un atteggiamento reciproco. Una fase in cui riprendiamo il fiato per tornare al conflitto di ogni giorno con rinnovate energie.
Ci sentiamo migliori dando qualche monetina ad un bimbo di strada (agghindato da pezzente per l'occasione) come si getta un osso al cane; poi alimentiamo, con regali alla moda, il consumismo. Proprio quel consumismo che fonda la sua esistenza sulle disegualianze tra i popoli, quello che (per intenderci) provoca la morte di 30 mila bambini sotto i 5 anni ogni giorno (25 dicembre compreso), quello al cui confronto Erode era una brava persona.
Questa volta mi rifiuto: il Natale non lo festeggio.